Il caso è ancora sotto inchiesta giudiziaria, ma illustra abbastanza bene la perdita di fiducia nei confronti dellɜ funzionariɜ pubblicɜ: il signor K., alto funzionario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, entra a far parte del Consiglio di amministrazione di un importante cantiere navale. È accusato di aver lavorato nell’interesse dell’azienda mentre ricopriva la sua carica pubblica – una società con la quale ha legami familiari e professionali che ha evitato di dichiarare. Dopo l’apertura delle indagini per traffico di influenze illecite e corruzione, la Procura ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, il signor M., una dichiarazione, che dissuadeva lɜ magistratɜ dal proseguire le indagini contro il suo fedele collaboratore, che lo ha seguito al Palazzo, dove ora è diventato segretario generale. In seguito alle rivelazioni di queste pressioni indebite e all’azione legale di un’organizzazione della società civile, l’indagine è stata riaperta e al momento non si è ancora conclusa… il signor K. è presunto innocente.
Non è ancora chiaro se si sia effettivamente verificata una condotta criminale, ma sono state avviate diverse indagini per scoprirlo. La vicenda delle mascherine è un complesso insieme di eventi che riguardano il presunto vantaggio ottenuto da parte di diversi membri di due partiti politici, relativamente all’acquisto di dispositivi di protezione contro la pandemia COVID-19.
Con la pandemia, si è verificata una maggiore necessità e carenza di dispositivi di protezione. I ministeri avevano quindi bisogno di rifornimenti. L’accordo è diventato pubblico all’inizio di marzo 2021 grazie a un’inchiesta di un noto giornale del Paese. In totale, il gruppo composto da due parlamentari e tre altri soggetti avrebbe dovuto ricevere milioni di euro in commissioni, per aver agevolato l’ordine di mascherine. Secondo il quotidiano S. il denaro è passato attraverso un conto in Liechtenstein di una società offshore. Sono in corso indagini anche per il sospetto di evasione fiscale.
Nel maggio 2021 sono stati resi noti altri casi di influenza indebita. Politicɜ e relativi parenti hanno gestito grandi ordini di mascherine, ricevendo milioni di euro in commissioni. Alcune delle mascherine ordinate, pagate con i soldi dellɜ contribuenti, sono risultate notevolmente più costose di altre: una regione specifica ha addirittura acquistato mascherine del valore di 9,90 euro l’una!
La signorina S., che all’epoca ricopriva sia la carica di parlamentare che di consigliere provinciale, è stata condannata per aver destinato 700.000 euro a false associazioni che si presentavano come associazioni sociali per giovani svantaggiatɜ o per quartieri disagiati. I loro membri, in cambio, facevano campagna per la sua elezione politica. In generale, l’indagine ha rivelato una gestione clientelare delle risorse pubbliche, dal momento che una delle quattro voci di bilancio assegnate al suo dipartimento era dedicata quasi esclusivamente al suo distretto elettorale.
A questo proposito, l’inchiesta giudiziaria ha riguardato solo una minima parte dei fondi utilizzati a fini clientelari: la grande maggioranza di queste sovvenzioni era stata legalmente assegnata ad associazioni realmente esistenti e attive sul territorio.
Oltre al livello giudiziario, ci sono conseguenze politiche e amministrative: sul primo piano, il partito ha perso il suo collegio elettorale nelle elezioni successive; sul piano amministrativo, sono stati introdotti strumenti per limitare (o meglio esplicitare) la pressione politica sullɜ funzionarɜ pubblicɜ incaricatɜ di approvare le richieste di finanziamento.
Il capo del Partito XX, L.D., è stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione per istigazione all’abuso d’ufficio. È stato accusato di falso in un caso di finte assunzioni presso l'Agenzia per l'assistenza sociale e i servizi di protezione dell'infanzia. Il signor D. è stato accusato dall’Agenzia anticorruzione di aver usato la sua influenza per far assumere alcune donne presso l'Agenzia per l'assistenza sociale e i servizi di protezione dell'infanzia della sua provincia.
In questo modo, avrebbero ricevuto uno stipendio dallo Stato senza presentarsi al lavoro, mentre in realtà lavoravano presso la sede del Partito XX della provincia. L’ex direttore dell’Agenzia e le ex dipendenti sono state condannate al carcere. L’ex moglie del signor D. è stata condannata a pagare una multa di 1.000 euro. Le sentenze emesse dalla Corte possono essere impugnate.
L’ex governatore di XXX, R.F., che è rimasto al potere per quasi 20 anni, è stato incarcerato. Lɜ giudici lo hanno condannato a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Lə pubblico ministero aveva parlato davanti alla Corte di un “imponente patto corruttivo”. Le indagini, avviate nel 2012, riguardano la deviazione di fondi pubblici per finanziare due ospedali privati, in cerca di profitti, rispettivamente per 30 e 70 milioni. Il primo caso, tuttavia, è già caduto in prescrizione. La condanna arriva quindi solo per un ospedale.
La tesi dellə pubblico ministero, confermata dalla Corte, è che il signor F. abbia deciso arbitrariamente di stanziare denaro pubblico, dopo essere stato corrotto dai lobbisti S. (ex assessore alla Sanità) e D., suoi amici di vecchia data. In particolare, è stato quest’ultimo a pagare le sue vacanze con lo yacht. La polizia giudiziaria aveva quantificato i benefici ricevuti in circa 10 anni in 8 milioni, poi ricalcolati dalla sentenza di primo grado in 6,5 milioni.
Nel corso del 2013, sono emersi numerosi casi di nepotismo da parte di membri del Parlamento che, durante il loro mandato, avevano assunto coniugi e parenti di primo e secondo grado pagandoli con il denaro pubblico dal loro budget– cosa non più consentita dal 2000. Nonostante ciò, si è scoperto che 79 parlamentari hanno continuato ad assumere parenti e coniugi a spese dello Stato e che la maggior parte dei partiti al potere erano coinvolti in questa vicenda. Con la divulgazione di queste informazioni nell’aprile/maggio del 2013, è iniziato un grande dibattito pubblico nel Paese. I casi esistenti sono stati così resi noti e il Presidente del Consiglio dei Ministri S. ha invitato lɜ parlamentari coinvoltɜ a restituire il denaro. Successivamente è stata approvata una legge parlamentare più severa, che ha vietato l’assunzione di parenti fino al quarto grado di parentela e di familiari dellɜ altrɜ parlamentari fino al terzo. Inoltre, i rapporti di lavoro ancora in corso dei parenti devono essere interrotti.
È diventata definitiva la sentenza di condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione per G.B., ex Presidente del Tribunale di XXX. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte Suprema al termine di un processo iniziato nel 2011. L’ex magistrato è stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita e corruzione, mentre è stato assolto dalle accuse di tentato abuso d’ufficio e di estorsione perché già prescritte. Il signor G.B. era stato accusato di aver creato un sistema illecito per favorire alcunɜ amicɜ attraverso incarichi e consulenze e di averne beneficiato economicamente. Oltre la condanna di G.B., la Corte ha deciso di confermare le condanne dellɜ altrɜ quattro coimputatɜ, tra cui quella di un libero professionista, P.B., considerato il corruttore del giudice.
La polizia ha arrestato 11 persone in seguito allo scandalo che ha rivelato la fornitura di “visti d’oro” a stranieri disposti a investire in maniera significativa nel settore immobiliare del Paese. Lɜ indagatɜ sono sospettatɜ di corruzione, riciclaggio di denaro, clientelismo e appropriazione indebita.
Sono state effettuate perquisizioni in diverse sedi, tra cui il Ministero degli Interni. Il Ministro degli Interni M. ha dichiarato in televisione di non essere coinvolto nello scandalo, ma di dimettersi per preservare la credibilità delle istituzioni statali. Il signor M.P., responsabile del dipartimento per l'immigrazione del Paese, è stato interrogato da unə giudice perché sospettato di aver accettato tangenti, stando alle dichiarazioni del suo avvocato.
Nel frattempo, il governo del Paese ha difeso il sistema dei permessi di soggiorno, che in due anni ha fruttato oltre 1 miliardo di euro di investimenti.
Un cittadino, rappresentante di una società privata, ha offerto una tangente di 100.000 euro al project manager di una società che sviluppa progetti energetici. La tangente è stata offerta affinché la società rappresentata dall'indagato fosse dichiarata vincitrice di una gara d'appalto pubblica per la costruzione di impianti di energia eolica con un'offerta di oltre 100 milioni di euro. Secondo le indagini preliminari, l'indagato ha chiesto il permesso per lavori extra relativi al progetto e voleva ottenere informazioni riservate sui progetti; inoltre, ha chiesto che la società da lui rappresentata fosse favorita anche in futuro. Il cittadino, sospettato di tentata corruzione, è stato arrestato e posto in custodia cautelare con l'obbligo di non allontanarsi e di pagare la cauzione.
A metà del 2018, i principali media di questo Paese (X) hanno reso pubbliche alcune registrazioni in cui si commentava la riscossione illegale di commissioni milionarie da parte di un ex monarca, e anche l'esistenza di alcuni conti in Svizzera dove sarebbero state depositate queste somme di denaro. In seguito a ciò, è stato aperto un procedimento giudiziario nel Paese (X) e in Svizzera, ma la Procura del Paese (X) non ha potuto indagare su casi precedenti all'abdicazione del monarca, ma solo su casi successivi. Dopo circa due anni di indagini, la Procura del Paese (X) ha stabilito che non sarebbero state mosse accuse contro l'ex monarca, in quanto la Costituzione nazionale lo considerava ormai inviolabile.